BONA CORRADI
Poetessa sensibile, illustra con delicato realismo esperienze di vita, esprimendo con garbo sentimenti ed immagini. E’ presente su diverse antologie di poesia ed ha ricevuto premi speciali e segnalazioni di merito a concorsi di poesia.
A Galdino
San Galdino ad aprile
ed io rammento
quell'anno sul Renon
la gita della scuola:
gli scarponi da poco risuolati
e nel rucksack leggero
le uova sode, il tonno,
un po’ di pane e il trench;
dentro le tasche, poi,
nemmeno un soldo
(per farci cosa?)
e noi spensierati ed ansanti
sulla montagna con l'odor
del muschio a stuzzicar le nari
ed ogni tanto a guardar su
tra le cime dei pini
per spiare l'umore delle nubi.
Assetati, dal cavo delle mani
dell'acqua fresca si beveva,
raccolta goccia a goccia
dalla roccia brillante,
con quell'arsura dentro
che continuava a salire.
L'armonica i canti le risate
ed al ritorno stanchi,
ma non poi tanto,
da finir correndo giù
pel prato scosceso e, rotolando,
fermarsi allo steccato
presso la mucca che, solenne e pigra,
seguiva a ruminare
senza mutare il ritmo suo.
Allegria vera e tanto intensa
da sembrare eterna
così da non capire,
e non capisco ancora,
tre mesi dopo l'altra corsa,
o Galdino,a guadagnarti
il pane e il cielo
schioccando sull'asfalto
subito rosso del tuo sangue caldo.
Vedo lì appresso le ruote
della bici a terra
girare ancora per un po’
piano, piano come vanno
questi passi miei ora.
San Galdino in aprile.
A ricordare.