Affondo

 

Affondo le mani nella terra bruna

 

D’humus odora

Fermenti di materia decomposta

Organica inorganica

Fette di zolle materia vitale!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Agosto

 

Nella calda mattinata

 

Il mare è soffice smeraldo

Ch’emana radiazioni luminose

 

Pineta col tuo dolce manto

Fai da corollario al tenue quadro

 

Gli occhi regalano

Immagini alla mente

 

Degrada il monte sino al mare

 

Spettatore e complice,

punto in movimento

ho la dignità dell’albero

la pacatezza del mare

 

se chiudo gli occhi ondate di luce

effondono energia

 

gli alberi compongono poesie

sorridono le foglie alla brezza gentile

 

l’eco del mare si protende sommesso

 

se chiudo gli occhi potrei volare!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Al cospetto del creativo

 

Appena il corpo muore

L’anima di Picasso

Vola in cielo

Al cospetto del creativo

 

“ora” tuona la voce

“tu Pablo sarai l’anima dell’alba

affido a te il cielo e il sole”

 

e Pablo ogni giorno attinge colori sfumature

esplode nel rosa

l’alba che cancella le tenebre

 

ma quando il suo spirito è inquieto

disegna temporali

il cielo scuro emette rombi di tuono

la grande macchia nera

fa tremare il bosco

l’uomo nelle case

 

perfino il creativo si ritira in silenzio

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Al mare d'inverno

 

Osservo me stesso

Passeggiare su spiagge deserte

 

Quel volto più triste

Nasconde segreti

 

E’ tacito assorto, quel corpo che vaga

Tra solitudini antiche

 

Non vuole non osa non chiede!

Solo silenzio nel grigio del tempo,

sospinto dal vento da un esile suono

fugge da un sogno

che l'ha reso infelice

 

vorrei parlare a quel cuore malato

a quell'esile stelo sospinto dal tempo

le mani celate in tasche profonde

il corpo sepolto tra tessuti e ornamenti

 

vaga ignaro nel giorno che muore!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Alla ricerca di sè!

 

Odio il silenzio che amo!

La gente mi disturba

La solitudine m’angoscia,

non riesco ad essere!

 

Cerco una pace che non voglio!

Anelo una ricchezza che detesto!

Bramo una fama che non mi renderà meno triste!

 

Alla ricerca d’un grande nulla!

Anelo una morte che mi sgomenta.

Tra la gente non mi sento meno solo.

 

Anelo un’isola deserta

Su cui morire di solitudine!

 

Vorrei fermare il tempo, con queste mani

Farlo tornare indietro

Alla solitaria infanzia

Quando non c’era nulla da conquistare

E lo specchio rimandava due occhi

Profondi come il mare

Nei campi il grano coperto di sole

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Armonia

 

Amo l’intelligenza pura,

scissa dall’emozione.

 

Sento i pensieri fluire nella purezza del gelo:

intelligenza esponenziale

Wagner, Schopenauer,

Barocco, Liberty,

 

il marmo delinea forme indissolubili

 

l’energia va e ritorna

ad un passo dal cuore

estatica plumbea fiera.

 

La cavalla sfiora la pianura

Gli zoccoli l’arida terra

Ritmo lontano sommesso

Voglia di solitudine e silenzio

Nello spazio racchiuso tra la mente e il cuore

Armonia di lineamenti,

purezza manifesta, estrema essenza!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Arte

 

Il pittore scolpisce il marmo

Il musicista impasta la terra

Lo scultore dipinge

Il ceramista dà forma alla materia!

Ma cosa fa il poeta:

nuota in un mare di parole

le appende come stelle

nel firmamento!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Controtempo

 

Ero morto

Giacevo sotto un metro di terra scura

Fui dissepolto

Fra la gioia di tutti

Feci ritorno a casa

Adagiato sul letto

Lentamente la vita.

 

Appena le membra

Qualche mormorio,

poi gli occhi videro la luce

sangue nelle vene

il cuore riprese il suo rintocco.

 

I giorni passavano

Mi sentii solo!

Presero dal cimitero la mia compagna

Adagiata sul letto la osservavo

E la vita tornò in lei.

 

Insieme tra viale di rose

Ed ogni giorno che il sole riscaldava

Più giovani più arditi

Ci sposammo tra suoni e colori

E giunse il tempo del fidanzamento

Ognuno fece ritorno alle proprie case.

 

La gioventù, la voglia di giocare

L’energia scorreva nelle vene

Fui giovinetto piccolo fanciullo

Tra i banchi di scuola, i pomeriggi in piazza,

poi l’asilo

 

Mia mamma mi stringeva a sé

Fui piccolo minuto, appena quasi nato

Finchè trascorsi nove mesi in sala parto

E poi un grande nulla!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Durante il cammino

 

Durante il cammino

intrapreso

in un giorno di maggio,

quand’è primavera,

alle soglie del bosco

vidi un vecchio seduto

sotto la quercia più grande;

aveva una lunga barba

bianca,

la mani giunte

in preghiera,

immobile

come un tronco.

Le sue parole volavano

in cielo

si perdevano nell’aere

celeste:

erano vento

battiti d’ali

profumi

essenze vellutate

erano energia

che permea l’universo

erano l’om l’atman l’assoluto.

Chiusi gli occhi

e fui nuvola nel cielo

erba verde del prato

fui il senso più profondo

dell’essere.

Ogni giorno ritorno

sotto la quercia più grande;

il vecchio non c’è più,

ma nel tronco corroso

ha fatto il nido un uccello

che canta ogni mattina

ringrazia il cielo

il fiume

l’albero

e poi vola in alto

fino a sfiorare

il sole.

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

E’ l’alba sulla laguna

 

Scivola un raggio rosa

Sull’acqua appena mossa dal maestrale

Un’emozione s’espande!

L’alba ci sorprende

 

Dal monte al mare

Dall’umida pineta

 

Alle dune riarse

 

Un nuovo giorno nasce:

tra lo sfrecciare delle rondini

e il volteggiare dei gabbiani

 

una barca passa inebriata dal riverbero del sole

l’uomo che la governa è un pescatore

che getta ogni giorno la sua rete

nella laguna gravida di vita!

 

La mano ferma al timone

Sul legno antico corroso di salsedine

Nella magia del giorno nuovo!

 

La vita sembra fluire:

in acqua in terra in cielo

Orbetello le sue antiche mura!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Ieri

 

Ieri ero triste

il cielo scuro

gravido di pioggia

il fremere pungente dell’inverno in arrivo!

Stamani un tenue sole

nel cielo turchese

addolcisce l’aria

e il mio io lieto

celebra questa piccola poesia

astrale!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Il Connubio

 

La pianta nella terra

energia vita

il pesce nell'acqua

gli uccelli nel volo

 

E l'uomo che scivola sul pianeta

è legato all'infinito

all’universo

al sublime

un connubio celeste

al di là della vita e della morte

il suo pensiero lo lega al cielo

i suoi passi alla terra

i suoi figli al seme gettato tra le zolle

l’amore lo fonde al sublime

lo salda con vincoli d’acciaio all’infinito
vive d’energia di prana celeste

e l’anima sommersa dalla luce

trascende l’umano destino

valica i limiti della materia

per fondersi al tutto.

Scende dalla volta celeste

una musica sacra

s’espande lungo il tempo e lo spazio

valica i confini materiali

accende in noi una luce sublime

spezza le catene della solitudine

il connubio col divino si fa transfert emotivo.
Il vento che accarezza la tua pelle

E’ quel battito animale

Il messaggio celato tra le foglie

Nel silenzio assoluto

Una voce ti giunge dal profondo mondo

dai pianeti racchiusi raccolti,

purifica la mente

lascia che tutto sia

animale uomo                          ..

macchina uomo

computer uomo

sii il celeste pensiero del divino

cancella l’egoismo che ti soffoca

sii il tuo paradiso

il tuo giardino dell'eden

e quella gioia calpestata

rifiorirà di nuovo

e non ci saranno catene a

negare il pensiero

solo così imparerai a volare dentro di te

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Il fiore

 

Quando c’incontrammo

Non era ancora amore

Stava lì reliquia dimenticata

Tra le pieghe del tempo

 

Non so chi fu che aprì

Le ostilità

Fu facile cadere

L’uno nell’altra

Uva matura

Le foglie i tralci avvolti

Di luce dorata!

 

E le nostre mani fanno

Progetti

Sarà la primavera

Che mette nelle vene

Uri desiderio

 

Il sesso raccolse le nostre ansie

Brividi orgasmi

Gioielli appesi alle pareti

Ornamenti celesti

A tappezzare i giorni di nuovi sogni!

 

Ed ora non stare lì

Dietro ai vetri tra le righe del vapore

Calde lacrime soggiogate di tenera nostalgia

Ricorda: solo un fiore di plastica non sfiorisce mai!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Il giovane Budda

 

Il giovane Budda

figlio della luna

e del sole,

nel bosco in un mattino

illuminato

dal nirvana celeste

tra il canto degli uccelli

e lo stormire delle fronde

offrì sè stesso

al cielo

ai quattro punti cardinali

alla terra

al vento

al legno

al sole!

Poi l’acqua gli parlò

con un sussurro,

il fiume l’accolse

nel suo grembo:

gelidi brividi

sul corpo,

lavò sè stesso.

Infine indossò i vestiti

quell’ottimo tra gli uomini!

Il figlio del pastore

che lo vide giungere,

come ogni mattina

gli porse la ciotola

del latte

appena munto;

il gregge accovacciato

prima della transumanza

verso pascoli più verdi!

Quel giusto tra i giusti

ringraziò

il giovane pastore,

restituì la ciotola

e si incamminò

il sublime,

con la luce del sole

che gli illuminava i passi,

verso il mercato.

Qui, tra cavalli e greggi

nel tumulto del baratto

nell’agile moneta

tra stoffa e anfore

tra frutta e semi

tra mendicanti

e ciechi

fece la carità!

Al volgo disperso

la parola del bramino:

“Elevate le vostre anime

al di sopra del cielo

e della terra!

Ora è tempo di recitare

altro tempo non c’è

oltre al momento.

Siate Budda in questa vita

nell’attimo che sfugge

nell’oggi che è già ieri.

Ho visto i bambini

farsi uomini,

gli uomini invecchiare

poi morire

nell’eterno ciclo

delle rinascite!

C’è un tempo

per il corpo

e uno per lo spirito,

la materia è labile

lo spirito eterno,

mai muore

e sempre ritorna!

Eleva

la tua buddità,

lascia il nirvana fluire

sii energia pura

che si illumina

d’infinito!”

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Il tempo

 

Il tempo disegna sul volto

Ombre e presagi

Strane intersezioni

Minuti colori

La clessidra disegna il ritmo

Ineluttabile la voragine

 

Il tempo disegna sul volto

suoi simboli
Linee derivate
Videogrammi emozionali
Pervasi d'attimi scanditi dai passi

 

Il tempo sul viso
La sua tavolozza
Scuri colori
Ombre soffuse
Linee intersecate
Scompare il candore
Subentra massiccio il tarlo

 

Il tempo sul viso

E’ il viso sul tempo

Porzione policroma

Che conduce all'abisso

 

Il tempo sul viso

Corrode disgrega le linee più grandi

 

Il volto si fa maschera grottesca

Gli “Eduardo De Filippo”

Percorrono

Le città tra vicoli e strade

Marciapiedi e viltà.

 

Il tempo passa sul viso

Traccia linee spazi

Esagrammi ponderabili

E’ tutto già successo

Si rinnova il concetto della vita

E della........

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Infanzia agreste

 

Quand'ero piccolo,

non avevo mai un soldino in tasca,

gli amici erano rari

 

ma ero felice nella piccola “casetta rossa”

 

trascorrevo le giornate

all’aria aperta:

assaporavo la frutta degli alberi,

disteso sul prato

ascoltavo il canto degli uccelli;

 

e quando calava la sera

ero così stanco che mi addormentavo sereno.

 

Finchè un mattino m’hanno svegliato

“alzati devi andare a scuola”

 

addio prati frutti uccellini!

 

Non ci incontreremo più!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Innamorati

 

Sul variopinto prato

Vagano il maiale e la farfalla

 

Lei rincorre aromi essenze vellutate

Lui grufa scava fenditure marroni nella terra

 

Quando è stanca di volare

Si posa sul suo dorso tra le setole

 

A sera fanno ritorno a casa

 

Lei vive dentro un fiore di magnolia

Lui in un porcile

 

La notte sembra non finire mai

Lei sola in quel grande fiore

Lui nel porcile disadorno e quando

Cala la notte sogna

Sogna due ali colorate

Vagare così di fiore in fiore

Assaporare essenze vellutate

Deporre tante uova tutte in fila

Far l’amore tra le ali del vento.

Farfalle innamorate!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

L’inverno

 

Sputa la spuma il mare

Rompe lo scoglio l’onda

Veleggiano gabbiani

Su false isole bianche!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Musica

 

La musica

l’ha inventata il vento

quando soffia violento!

Musica è il canto notturno

d’usignolo innamorato!

L’acqua che scorre

fa lieto rumore!

Musica è il mare che sciaborda

sommesso

in un ritmo eterno e

infinito!

Musica è il pensiero ch’esplode

in tutta l’eccellenza del

suo eccesso!

E’ la pioggia che cade

sui tegoli vecchi dei tetti!

Musica è il lupo che ulula

alla luna!

La sua solitudine

lo scorrere dei pianeti

musica la luna che sale

piena nell’imbrunire!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Nei nostri sogni

 

Nei nostri sogni ancestrali

Una città sospesa tra il magico e l’onirico

Pervade lo spazio

Suddivide il tempo.

 

Vagano silenti

I suoi protagonisti

Come facce della memoria,

il legno e l’argento tra i fondali

 

la voce del mare vibra e racconta:

la via delle indie

brama d’essere e sapere

il fascino della storia

broccati spezie, oro e gemme,

 

l’orgoglio e l’eloquenza

la forza del contatto umano

il piacere della parola,

fluente e armoniosa

permeabile al nuovo

intrisa d'antico!

 

Tante facce della memoria

Zecchini sonanti tra i canali

Così s’eresse il miracolo

Così io credo nacque Venezia!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Passano

 

Passano: emozioni e stagioni

Tempeste e nubifragi

Scelte errate e paradossi;

 

resta quel macigno dell’insoddisfazione,

che grava sul petto,

le ansie riposte

le nostre paure!

 

A ricordarci la fragilità del disegno

La friabilità della vita!

Il suo essere costantemente in bilico

Tra passato e futuro;

 

Lo sfrecciare delle rondini, oggi

Mi lascia indifferente,

neppure il colore dei fiori

suscita in me emozioni!

 

Come barca alla deriva

In balia degli eventi

Approda verso isole misteriose, ignoti destini!

 

Oggi vorrei non essere!

 

Ma quel macigno dell'insoddisfazione

E’ lì a ricordarci

L’evanescente fluire degl’attimi

L’impalpabile essenza delle emozioni,

 

quando cade la tristezza in fondo al cuore

come la neve non fa rumore!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Pervasi di magia

 

La mucca nella stalla

Caldo tepore

Offre al vitello

Il dolce nettare

 

La mamma l’offre al bimbo che sogna

 

Il sole offre il calore alla terra appena nata

 

Il mare nutre i pesci

 

Respira l’universo

Magico mistero

 

La mente nutre

La voglia di sognare

 

Le mani incidono il legno

Stringono altre mani

 

Gli occhi catturano la luce

La morbidezza dei colori

 

Vivere è sogno immaginario

Illumina la mente

Questa notte scura

Luna

Silenziosa presenza

Nell’immenso pervaso di magia!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Sera

 

Quando la sera cade,

scivolano lente, ombre fugaci,

ecco affacciarsi la poesia:

 

quell’anello

tra energie latenti,

come cassa armonica vibra

l’animo mio: emette lente

dolci, struggenti note,

è l’armonia che lega il giorno alla sera

l’oggi al domani;

 

vibrano gli accordi: cielo in fa settima

il glicine in re maggiore

il prato pentagramma

quel piccolo insetto è chiave di violino,

 

ed allora componi! Lascia uscire il canto

mentre la mente nel cuore annega,

poesia inviata dal cielo:

negl’occhi, agl’aromi, ai suoni sottesi della sera!

E tutto pare fondersi nel magico istante creativo,

quel senso d'infinito

presente e inafferrabile

sogno d’amore!

 

Forse per questo vivo

Per soffiare nella carne un anelito nuovo,

per ritrovarsi sempre seduti sulla stessa pietra,

per dare alla poesia la grandezza della sua inutilità!

Del suo non essere eppur fluire

Come la vita!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Sogno

 

Ogni notte ti sogno,

e nel sogno m’appari

bella come sei!

 

Sul verde del prato

I tuoi capelli
Gigli sbocciati

Che il vento fa danzare!

 

Nei nostri occhi

Brillano due stelle!

 

Il cielo, la terra persi confini
Il tempo scompare!

 

Due farfalle giocano, tra i nostri volti,

 

Dio ci guarda e sorride!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Una storia infinita

 

E scivola l’onda

Spinta dal vento

Scivola rincorre accarezza

La spiaggia

S’insinua allo scoglio

Tra fenditure calanchi,

 

trasporta tronchi immagini ricordi

distrugge la vita

 

racconta una storia

una storia infinita!

 

(Mario Venturelli)

 

 

 

Volando sopra un cimitero

 

Eccoli! Sono lì!

I gaudenti, gl’infermi gl’egoisti

i parassiti.

I ricchi i poveri, gli animati

di buon senso,

i padri i dissoluti,

i carnivori i prelati!

Gli uomini di stato gli onorevoli i pezzenti,

gl’egoisti gl’esosi,

i procacciatori di verità assolute,

gl’insolenti i vegetali,

gl’ansiosi i depressi i savi gli ignoranti!

Gli osti i mandriani

gli amanti del vizio gli esteti

i mafiosi i guardoni

gli omosessuali.

Le menti eccelse i muratori

i randagi, gli esclusi i benpensanti,

i razzisti i dializzati,

i venditori di fumo i macellai!

E la frenesia del mondo: fare disfare tessere tramare!

Non c’è più nulla: solo un grande eterno megagalattico

silenzio, nei secoli dei secoli.

E voi che riempite le strade di potere e denaro,

voi che al dio demonio profitto,

al Moloc dannunziano, ricordatevi:

SARETE SILENZIO!

 

(Mario Venturelli)

 

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