GIOVANNI ZANIER
Ufficiale di Marina, udinese di nascita ma residente a Roma, ha pubblicato un volume di poesie dal titolo Non indugiare, dove trova affermazione la sua formazione di stampo umanistico, che si esprime nel colto e curato linguaggio poetico, ricco di citazioni classiche.
Sul Colle Salario
Grigia sul colle è l'aria
e minute quasi di nebbia
gocciole ti odorano intorno.
Dall'alto alveare vedi giù nella valle
l'annoso Tevere annaspare
entro orridi meandri.
Immondi sulle rive affiorano
frammisti a contorte sterpaglie
rifiuti e spoglie. Argentee nel limo atro
baluginano carcasse.
Sovrasta ed affianca immane
la fragorosa autostrada.
Oltre non puoi, ché tutto si perde
nel fosco orizzonte.
Pazienta. Forse tra poco
l'aria tornerà più chiara.
E allora vedrai laggiù più lontano
compresso tra i due lati
il fiume non più biondo penetrare
nella città non più sua.
Siediti ora e ascolta.
Odi questo ticchettio agro come ferza,
E questo fruscio lieve come sussurro,
E questo mormorio crucciato come monito?
E la pioggia che cade? Sono le chiome verdi
che agita il vento? E’ la voce del fiume
che narra alle fronde recenti
le perdute memorie?
Odi? Non odi? Devi farti più acuto
perché gli stridi verso monte
e i rombi a valle non coprano le voci.
Ascolta. Odi ora un lamento, lieve a tratti
come di un bimbo lasciato,
che da tempo ha finito di strillare?
E’ di un'ultima naiade smarrita l'elegia?
E’ forse Giuturna? Non ha più sorelle la ninfa,
né acque terse per i giochi.
E questo rumorio flebile?
E’ di un dio del fiume crucciato il richiamo?
E’ forse il vecchio dio Tiberino?
Non ha più sudditi il nume, né canne
per coronare la cresposa fronte.
Dove le lanute greggi sull'erboso tratturo,
dove la dolce canna di Titiro amoroso,
dove l'aratore al giogo dei buoi arcuati?
Vedi? Non vedi? Solo i brandelli di un campo
punteggiati di calcinacci tra le polverose corsie.
Odi? Non odi? Solo il rombare lontano
di un trattore al traino del suo ordigno eversore.
Alzati, ora, mio fantastico amico, e avviati!
Sgombra la mente dai vetusti fantasmi, e avviati!
Piovono gocce intrise di foschia
sul tuo dorso ora e sul crine.
Apri l'ombrello e avviati! L'età dell'oro è finita!
Gli dei non albergano più qui.