PAOLO DI BIAGIO
Autore pescarese, esercita a Milano la professione di psicologo psicoterapeuta, ha pubblicato Camere mobiliate, raccolta di poesie. E’ inoltre presente su pregiate antologie di novelle e poesie di autori italiani contemporanei.
Crocevia
Cercando il perdono insiste nell’atto
che lascia agli orti antichi
il quadrifoglio mai trovato, il credo
incantato rivolto
all’unicorno vivente nel meandro
dei vaneggianti sogni.
Respirando la sua aria, bruciando nel suo fuoco.
Crocevia dell’esistenza che trema
mirando l’orizzonte
del mare in una foto,
fermo ed eterno dietro
la coppia che si è cinta per le braccia:
ha lo sguardo rivolto all’obiettivo.
Poi nel video il suo embrione
si dibatte, nella vitalità
di cui è capace, opaca
possibilità di vita che si agita:
già ha avvertito, nell’amorfa forma,
l’umano ridere e vociare intorno
al mito pacato della cicogna:
immobile grazia nell’ampio nido
forgiato di pazienza sul traliccio,
mai stanca del migrare,
intorno ancora all’umiltà del cavolo
preferita alle magiche fortune
del perso quadrifoglio.
Si è soli al crocevia -
nel suo baratro - accanto ad una madre
infante, statua forgiata dai giochi
del meriggio, inseguendo le carrette
lanciate sulle ruote cigolanti,
dalle purulenti croste perenni
sulle nude ginocchia
perennemente di rosso sbucciate,
dal ricordo confuso di quando fosti grande,
dal salire i gradini
- uno alla volta… uno alla volta…piano -
dal passeggiare carponi sfilando
lungo i colonnati di gambe, sotto
la tavola imbandita,
dallo scalare sedie
per premere il bottone della luce,
dal rumore del mare
raccolto nel vuoto della conchiglia,
dal fiatone e dal dolore nel fianco:
dal correre sfrenato lungo tutto
il giro del palazzo, dalla falsa pipì
giocando a nascondino, da una voce di madre
all’imbrunire, che con stanca voce
chiama il figlio – il tuo nome-
ripetendolo esposta da un balcone,
dall’esistenza sgusciata dall’ombra
di un uomo e che è rimasta
al capezzale, fra le sale bianche,
ricordandone il rantolo
per non mutarne l’ordine,
la genetica matrice neutrale
ed unica, l’umana ardita volontà
del non dimenticare.