fu svegliato dal silenzio della città vuota .
aggiunse questo malessere di solitudine
alla debolezza della sua vecchia età.
Come sempre in suo aiuto
pronti si presentarono i ricordi
assordanti e vitali della sua lunga vita .
Per la prima volta rifiutò la loro compagnia,
avvertì il bisogno di misurare la sua energia
e con gesti lenti e prudenti si alzò e si vestì
pensando “andrò a cercare un bar aperto “.
Uscendo in strada dal palazzo deserto
quell'insolito malessere lo abbandonò.
I raggi del sole già caldi battevano
l’unica panchina del vialetto .
Fin lì posso arrivarci poi vedrò, si disse,
e recuperando la sua antica voglia di vita
s’incamminò con il respiro affannoso,
si sedette e il sole già troppo caldo
parve non infastidirlo.
Una carezza di brezza mattutina ancora fresca
gli permise un respiro meno affannoso
e per questo breve piacere ringraziò la vita
che l’aveva accompagnato fin là donandogli
tanta vitalità e amore della natura.
Sapeva che il tempo era alla fine
ma quella bella giornata silenziosa
e quella panchina conquistata
gli davano un piacevole senso di vita.
Il verde dei grandi alberi s’agitò
al passare d’un tram vuoto e scampanellante
contro un gatto in mezzo alla strada,
guardando il tram sparire socchiuse gli occhi
per vederlo gremito di gente frenetica
e giovani allegramente schiamazzanti
nel pieno traffico in fermento.
Per quel pensiero affiorò tra le rughe
come il sorriso di una nuova emozione
mentre gli occhi non volevano riaprirsi.
La vita con profondo rispetto per chi l’aveva così amata
lo lasciò piano piano senza farlo soffrire
quasi a scusarsi per averlo dovuto fare
in quella tranquilla mattina d’agosto.(Gabriele Gandini)
Pensiero notturno
Sotto la camicia di seta
c’è uno strato di pelle profumata
sotto la comune maglietta
c’è uno strato di pelle sudata
sotto la larga maglietta bucata
c’è uno strato di pelle mai lavata
sotto ogni pelle è vita ugualmente data
e quando cesserà avrà dell’uomo narrato la crudeltà.
(Gabriele Gandini, 13/09/2007)
Carissima Anna,
in questo giorno del Tuo compleanno vorrei confessarTi quello che sento nel profondo del mio animo e
che mai ho detto e tantomeno ho dimostrato nei quotidiani rapporti che non sempre sono sereni come dovrebbero.
Questi sentimenti rimangono quasi sempre nascosti specie nelle persone difficili e complesse come sono
io, sono però forti e sinceri e cessano solo col cessar della vita.
Io Ti sono profondamente riconoscente e grato perché Tu oltre a una figlia paziente e meravigliosa mi hai
dato tanta attenzione e tanta cura come io non ho mai avuto nella mia vita da nessun altro.
La Tua tolleranza per le mie sciocche intemperanze mi ha insegnato quanto bene si può dare e quanto Tu
me ne hai dato senza nulla chiedere.
In tutti questi anni vissuti insieme ogni attimo si è rallegrato del Tuo amore, della tua Temperanza e del
Tuo sacrificio per proteggere sempre e comunque la Tua famiglia.
Hai accettato in essa Tuo Genero senza fargli sentire alcun peso per certi suoi comportamenti non giustificabili.
Ora Ti chiedo comprensione e perdono ma Tu me li hai già concessi ad ogni occasione.
Tu mi hai insegnato che l’acqua si dà anche alle piante aride nella speranza che prima o poi gettino una
fogliolina verde.
Io Ti devo tanto e so che non potrò mai renderTi nulla, ma so anche che Tu mi hai dato non per ricevere.
Spero che questo scritto possa essere la fogliolina che attendevi veder spuntare.
Da Gabriele
Buon Compleanno Anna!
(Gabriele Gandini)
Ode al bambino afgano
Canto l'amore per la vita di quel bambino afgano fuggito dai suoi cacciatori .
Canto l'impresa di quel cucciolo ferito, ignaro, vitale, allegro che corre verso il mondo
con mani e cuore aperto.
Canto ogni suo allegro giocare con gli umani dove amore e caldo latte materno sono solo
profonde ferite.
Canto quel corpicino pieno di invisibili piaghe che percorre infiniti chilometri passando
dalla Grecia ad Ancona .
Canto la sua inesauribile fede nella vita agganciato con cinghie di fortuna tra le ruote
di un autotreno spagnolo.
Canto i brandelli della sua carne e sangue ancora pulsanti di vita sparsi
lungo l' autostrada .
Canto l'immensità del tuo gesto, caro piccolo afgano, che ha illuminato l'asfalto della A14
da Ancona a Forlì.
Grazie, mio piccolo eroe, per avermi donato la tua vita, io la custodisco nel mio cuore,
conserverò piaghe del tuo amore.
Porterò le tue epiche gesta casa per casa, le consegnerò di mano in mano
fino a renderti immortale.
A presto, piccolo cucciolo afgano, cercavi amore hai trovato l'eternità.
(Gabriele Gandini)
Sandra
Ti ho incontrato mio fiore nel deserto
il tuo profumo mi ha inebriato
e il mio volo s'è diretto verso il sole
Ti ho baciata mio fiore nel deserto
il tuo sapore mi ha imprigionato
e le mie labbra rifiutano ogni altro nettare
Ti ho raccolto mio fiore nel deserto
e la Tua vita nelle mie forti mani
volerà sempre con me verso l' Eterno
(Gabriele Gandini, 1993)
Per tutti noi
Mi renderò al Suolo
sotto un bellissimo sole
mi renderò alla vita
ai colori al profumo dell'aria
Mi renderò all'Universo
perchè la vita continuerà oltre la mia morte
ultimo atto d'immenso Amore
principio di nuove Felicità
Mi renderò al mondo felice di morire
(Gabriele Gandini, 1989)
Ricordo di Otello
La Tua vita s'è fermata laggiù
son passati centanni
ma Tu non sei morto
la Tua vita è ferma laggiù
e laggiù la fiamma che dà la luce
porta la Tua vita in giro per i cuori del mondo
Tu non sei morto sei sempre là
giovane tra i giovani e vecchio tra i vecchi
sei sempre vivo laggiù in fondo ad ogni cuore
(Gabriele Gandini, 1990)
Non essere Lei
Lei non ha amici ,non ha nemici
non ha una causa
non chiede , non rifiuta
non ha nulla da dare
viene sempre da lontano
va sempre lontano
Lei non si presenta con sembianze amiche
non combatte mai
puoi prendere solo il Suo corpo
Lei è sensibile al calore umano
il Suo fremere
ne rivela la momentanea natura
Lei non si ferma nell'Isola Felice
non la difende
vive libere le energie del Suo essere
imparandone le varie forme e colori
Lei non è mai la stessa
viene sempre da lontano
va sempre lontano
non si presenta con sembianze amiche
non combatte mai
puoi prendere solo il Suo corpo .
(Gabriele Gandini, 1987)