Don Ermanno in versi

 

A motivo di una croce

parlava solo sottovoce,

col timore persistente

di diventare silente.

Ciò gli avrebbe impedito davvero

lo svolgimento del ministero,

ostacolando ogni celebrazione

che curava con devozione:

infatti il suo maggior vizio

era quello di rimanere in servizio.

Era un vero sacerdote

con una straordinaria dote,

quella di continuare ad amare

senza mai disperare,

con un dolcissimo sorriso

dipinto sul vetusto viso.

Per le molteplici attività

si avvaleva delle sue capacità

condite con mitezza,

umiltà e tenerezza.

Persuadeva i fedeli lontani

a diventare vieppiù sani

e le sue parole goccia a goccia

scioglievano ogni roccia

nei confessionali occupati

dai penitenti inginocchiati.

Del prossimo abilmente

intuiva il dolore cocente,

chiedendo a Dio di medicare

quanto riusciva a rintracciare.

Nei cuori e in ogni abitazione

entrava con grande circospezione,

usando un’ironia sorprendente

per proteggersi dalla gente.

Forse però quel sano umorismo

preservava gli altri dal vittimismo,

poiché la sua forte personalità

riduceva ogni altrui velleità

e tutti si scoprivano un po’ infanti

anche quando gli anni erano tanti.

Stava perennemente assorto

in divino costante rapporto,

ma con l’età, la fede e la ragione

poteva fronteggiare ogni situazione,

agendo in modo professionale

anche quando era informale.

Contro la moda imperante,

rifiutava il protagonismo dilagante.

A proposito dell’invadenza,

era riuscito a farne senza.

Appena poteva si dissolveva,

lasciando la scena a chi la chiedeva.

Tenacemente si era impegnato

e testimone di Cristo era diventato,

così dal Paradiso proteggerà

chi a lui fidente ricorrerà.

 

(Simonetta Delle Donne)

 

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