Solchi di dubbio

 

solchi d’ingratitudine

per seminare il loglio

lacrime e tempeste

nei gorghi più profondi

 

se il cerchio non si chiude

rimane il tuo riflesso

ma ispido, selvaggio,

incline a perdonare

 

sezioni di pallore

tappeti di lentiggini

 

la resa è stipulata

chi ti potrà mentire?

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Sospensione

 

nei brevi attimi

in cui non sei presente

la brezza incalza per riprenderti

e salire

 

la tua immagine

si dipana assieme al vento

ma non scompare

se tu soltanto ti rifiuti di partire

 

forse è vera la presenza

che non sento

ma tu sporgiti col volto

a salutare

 

(Gilberto Antonioli)

  

 

 

Festa delle foglie

 

di armonico chiarore

e suoni eterni

rivestire gli alberi vorrei

che non possano

sparire nella nebbia

per ricoprire di gioia

i loro istinti

con la festa

delle scorze e delle foglie

s’attorciglia

assieme al rosso

il verde smorto,

per impedire

la vittoria del grigiore

e nel libero chiarore

dell’attesa

s’allontana la paura

del tramonto

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Porzione di sgomento

 

le tue labbra accarezzai

e le pupille

con la dolcezza

che l’istante di sgomento

produceva su parabole di note

 

nella porzione d’intervallo

che il piacere dedicava

all’intenzione d’incontrarti

il mio sgomento sprigionava

i suoi richiami

 

tu salivi verso spazi

di pulsione

e sognavi il palpitare delle nubi

t’avvicinavi assai più dolce del tramonto

e t’inchinavi come luna sul trifoglio

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

La nebbia del tempo

 

la coltre di nebbia che avvolge nel silenzio

il volto malinconico dei campi,

ovatta filari di mistero

nella deprimente visione di rughe antiche

e copre l’ardore delle bacche nella siepe

frutto del risveglio dell’autunno

 

ma io vorrei scoprire d’ogni tempo,

il rozzo suono che non blocca le stagioni

e cogliere il senso del suo vuoto

non distratto dal torpore della nebbia

 

capanne di paglia rassodare

di solidi soppalchi, ancor vorrei,

per celare i segni dell’età

che annunciano il tracollo di certezze,

affidate all’intrigo di racconti

che antichi non saranno,

per l’insidia dell’inganno e della nota

 

non ammaina la bandiera ormai sdrucita,

e con lentezza non consegna ad uomo alcuno,

il ritmico zompare dei secondi rigido sovrano

e non la nebbia, di filari di viti e non di sogni

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Sfida

 

afferro del tempo le ali che invoco

ed osservo le ombre più dense e ineguali;

 

ascolto i segnali che indirizzano il cuore

e cancello il linguaggio dei momenti più cupi;

 

se l’incrocio dei suoni non s’affretta a chiarire

il fruscio del silenzio è una sfida ribelle

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Quando la neve gocciola

 

se ne va l'autunno

trasportando foglie secche

striate come cieli inamidati

 

l'inverno é alle porte

 

non cigola la ruota del mulino,

mentre la neve gocciola dal tetto

rientra il momento della quiete

in attesa del freddo è senza via d'uscita,

l'animo di chi non riesce a meditare

non corre la notte col tempo

 

la notte non corre col tempo

ma ferma impaziente la luna,

 

le piante proteggono i riti

e l’estasi in rari momenti

è lontano un concerto di rami

per saziare un coro di sete

 

e mentre la luna amoreggia

con gli umori imperniati nel buio,

si compie un destino cercato

e si scambiano ruoli confusi

 

fra giorni e fra notti nel vento

fra rumori e tensioni di stelle

ricompaiono i ritmi e le sfide

formazioni, impattando, di nubi

 

ma quando il contatto ricopre,

canzoni di limpidi incontri,

riscopre la rondine il nido:

il canto si scioglie ed è festa

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

  

Solo foglie che attendono il vento

 

Arranca il silenzio del mare

entro spazi di gore e di forre,

un turbinio di tensioni s’accende

é contrasto di anime in ansia;

 

desiderio di vite vissute

ricerca di volti e parole

turbata la soglia di vita

da dubbi sull’orlo dei sogni

 

e nei mesi di nebbia e di freddo

quando canta il respiro dei solchi

s’allontana verso campi scoperti

un’ombra che copre le zolle;

 

sullo sfondo d’un campo sdraiato

solo foglie attendono il vento.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Sorgente

 

Scende prepotente scivolando fra le rocce

il canto degli schizzi che sgorga dalle vette;

s’immette fra le lastre dei ghiacciai

ed intona un coro greve di sorgente;

 

filo invisibile, strada prepotente,

diffonde l’urlo che scivola a creare

fra le curve delle valli, le cascate,

gorghi rigonfi di schiuma e di rimbalzi;

 

accoglie la campagna getti mansueti

domati dalle rive che affondano nel mare.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Attesa

 

E mentre annegava lo sguardo

l’aurora colorando i miei occhi

io ripensavo agli istanti

all’abbandono di slanci e tensioni

 

nel mormorio che nei brevi silenzi

abbiamo coperto d’intesa

 

correva tra i fiori la brezza

e lisciava tappeti di muschio

e mentre sognavo l’incontro

dipingevo il momento d’attesa.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Immagine

 

Sottile la notte scorre leggera

come piuma che apre le soglie del nido

sentimenti trasporta di prosa e lesioni

su sentieri distratti (usignoli nel grembo)

 

nube che appella il lenzuolo del cielo

 

le foglie nasconde di verde rumore

il nido fra i rami, l’usignolo in tensione,

sono incroci di fiamma le gocce del gelo

lacrima il pianto di nebbia le istanze

 

un uccello disperso raccoglie la fuga

il giorno promette illusioni o speranze.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Quieto vivere

 

Dal tempo del tramonto

corteggio mezzanotte

che non m’invita al suo banco di profumi

 

allontano i movimenti dei suoi occhi

che all’inganno introducono anche i pini

 

io non m’oppongo al quieto vivere dei monti

che sono sponda del rumore al vento prono

 

soltanto allora alzo il capo e sfido il mondo

e mi distendo nel concerto dell’aurora.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

La terra raccoglie un pensiero

D’edera e muschio che vola

rimpiange la pianta il calore

si spezza il racconto di storie

di case aggregate da funi

 

lo spazio s’incrocia col tempo

staccato dall’occhio che ride,

e bruca lo specchio riflessi

prodotti da ritmo e pensiero

 

l’oblio riconosce i richiami

che spalmano idee di tristezza,

nasconde una pioggia di sguardi

il fruscio di visioni e di ombre

la terra raccoglie un pensiero

e lo culla per un ultimo istante.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Anelito

 

Come torcia accesa nella notte

il sole attende nel cono l’universo

e mentre illustra immagini sfuocate

mette in versi la solitudine, il poeta

 

canta con il volo dei gabbiani

il ritmo dell’angoscia che scolora

 

si sveglia distratta la natura

si destano impigriti gli animali

e le piante s’intrigano col vento

per sfuggire la tristezza del clamore

 

se un riverbero di sole si nasconde

un anelito di estro va in declino.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Manca solamente un filo d’erba

 

Un filo d’erba solamente è il mio rimpianto

che fiorisca dopo il pesco a primavera,

ed attenda del profumo la sembianza

sui prati aperti e non sul solco d’un sospiro

 

assieme al vento imbizzarrito nello spazio,

scopro un sogno che proietta sul tuo volto,

un segnale di sereno che ristora,

una stagione di ricordi che ritorna;

 

mentre colgo la tua immagine che vaga

il disegno dei tuoi occhi mi circonda.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Ombre piatte

 

Cerco ritmi

fra le righe e le parole,

per danzare fra gli sterpi

e non cadere,

cadenzata

come il rullo del tamburo,

si distende

l’ossessione dei ricordi

 

una pozzanghera

interrompe i miei pensieri

impedendo

il riscontro dei riflessi

s’accartoccia

dentro il fango il desiderio

di scoprire nuove strade

e nuove fonti

 

la ricerca non s’arresta

se al tramonto,

ombre piatte non cancellano

i confini

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Se i ricordi scolorano

 

Se i ricordi scolorano

il frusciare dei giorni

e la memoria cancella

i flussi più arcani,

sfumano lievi

in un mare d'oblio

le tracce del tempo

che la mente disperde

 

ma se fuochi interiori

non bruciano ingorghi

attizzano sguardi

sui campi del dopo

 

cancella tristezza

un desiderio di spiaggia

e con raggi di sole

suggestioni o capricci;

di silenzi o di ali

dentro un cielo di nembi

si trastulla il pensiero

che rincorre emozioni

il risveglio dell’alba

non ricopre la brina.

 

(Gilberto Antonioli)

 

 

 

Sembra il vento

 

Sembra il vento

una susseguirsi di parole;

 

sono sussurri

sospiri di speranza

inni di gioia

armoniche tensioni

sono battute

in chiave di violino

che sfiorano

il mistero delle note

che si alza

sopra onde vagabonde

fra soste d’intervalli

e studi di barriere

 

nel chiuso del richiamo

il sentimento

esplode fra scintille

ed emozioni.

 

(Gilberto Antonioli)

  

 

 

Voce di tuono

 

Sopra un bordo di scaglie s’assesta

un gesto che avvolge e sopprime,

s’arresta la forma dell’ombra

nel prato strisciando carponi

 

l’abbaglio dei lampi circonda

l’assalto a foschie tenebrose,

una raffica aspra di aria

sconquassa la porta del cielo

 

voci di tuoni d’inchiostro

in filari di fischi e pensieri

e sibili rilanciano suoni

nel ventre di anime cieche

 

riapre la gente gl’infissi

sono copie le lame di luce

avviluppa l’insidia il volere

e l’incerto straripa sul mondo

 

si prostra la vita in cantiere

ed il brivido avanza nel dubbio.

 

(Gilberto Antonioli)

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